martedì 12 settembre 2017

"Qualcosa stai facendo"

10 Settembre 
Mia sorella pesa 44 chili, più di me, più di me. Me lo ripeto in testa.
Peccato che mia madre abbia detto "i suoi sono muscoli mentre il tuo è tutto lardo"
Peccato che siano giorni che le ripete sia grassa che ha il doppio mento, cerco di sdrammatizzare ma ho paura per lei. Ho paura per i pensieri che potrebbero venirle.
Non voglio si ammali, sarebbe insopportabile, devo essere io quella più magra. 
Per anni è stata mia sorella quella magra, quella che mangiava ogni due ore e rimaneva uno stecchino, quante volte ho desiderato essere come lei, provo un sottile gusto ora a pesare meno di lei. 
Mi sento anche ridicola, so quando la composizione corporea e tutto il resto faccia la differenza.
Ora non vorrei mai il suo fisico, lo trovo troppo grasso ma ammetto anche che il mio fisico ideale sia qualcosa di praticamente irrealizzabile o inesistente. 
O meglio, esiste, ma è la morte o quasi.
Un po' mi vergogno pure a scrivere queste cose...

La decisone di mollare tutto è dolorosa, ho passato il pomeriggio a piangere, dico di sapere dove mi sto andando a cacciare ma non è vero.
La parola d'ordine dietro una cosa del genere è autodistruzione completa, ma non so quando cadrò in basso ancora.
Quanto pesa la felicità?
Quante calorie ha la felicità?
Quanti chilometri devo correre per essere felice?
Tutte risposte destinate a non conoscere risposta ma che non riesco a smettermi di porre.


12 Settembre 
Oggi ho avuto il colloquio con lo psicologo, da quando mi sono seduta avrei voluto parlargli della mia scelta ma non ci sono riuscita per ben 40 minuti, continuavo a raccontare di come stia affrontando gli esami universitari, il rapporto che ha mia madre con mia sorella, il rapporto che ho con mia madre, poi, con molta fatica ci sono riuscita.
La risposta è stata abbastanza sorprendente " già il fatto che tu stia venendo qui significa che tu stai facendo qualcosa, ci sono cose che non dipendono dalla volontà, un po' come quando stai giù d'umore"
Ha però detto di pensarci riguardo alla terapia farmacologica e alla faccenda di dirlo ai miei. E che ne parleremo la prossima settimana.
Continuo ad essere contro la terapia anche perché pa psichiatra mi ha chiaramente detto di voler più avanti aggiungere anche un anti depressivo.
Ammesso accettassi di prendere questo stabilizzatore dell'umore non voglio altri farmaci, che nervoso. 
Sembra lo stereotipo dello psichiatra=quello che sa prescriverti solo farmaci.
Avevo stima di lei, la sta perdendo dopo queste proposte.
La nutrizionista non mi ha ancora mandato il piano, la visita é tra due giorni, penso me lo consegnerà direttamente a mano. 
Spero di non scoppiare a piangere quando vedrò le quantità aumentate.
Oggi, non so come, sono riuscita a non piangere dallo psicologo.
Domani ho un esame all'università sto iniziando ad aprire i libri ora, alle 18.35, non riesco a concentrarmi, il pensiero continua a tornare alle quantità, al cibo, al peso.
Non ne posso più, ma non posso farne a meno.

Non so ancora se mi presenterò all'esame.


venerdì 8 settembre 2017

Worrier

Dici di non sapere sognare ma ti domandi cosa pensino le stelle un attimo prima di esplodere.

Non so se sia mai stata una sognatrice, anche se questo blog si chiama cercasi sogni.
Forse ho proprio bisogno di un sogno, di quella sensazione che si prova risvegliandosi. 
Leggerezza, spensieratezza.
Come sapete, da tre mesi circa sono seguita dall'ospedale e non sto facendo progressi, anzi, il peso è sceso sempre, costantemente ad ogni visita.
La psichiatra mi ha proposto uno stabilizzatore dell'umore e l'internista mi ha vietato di fare attività sportiva.
Proprio ieri ho avuto la visita con tutte e tre, non sono contente per nulla, la psichiatra per il farmaco che non voglio prendere, la nutrizionista per il peso che continua a scendere e e per il fatto che non seguo il piano mentre l'internista mi ha esplicitamente detto che sto sostanzialmente facendo quello che mi pare, che poi é vero.
Così ieri sera ho preso una decisione, mollo tutto, chiederò allo psicologo se è possibile continuare a vedere almeno lui.
Sono troppo legata a questo disturbo alimentare di cui non mi sento malata ma allo stesso tempo lo amo di un amore che va oltre ogni cognizione e causa.
Lui è la mia ancora di salvezza in qualsiasi situazione, è il porto sicuro in cui rifugiarsi quando le cose vanno male, il faro da seguire quando perdo la strada.

Ricordo che una mia amica mi disse "provaci, non hai nulla da perdere, al massimo le cose rimarranno esattamente come prima" ci ho provato, ho fallito, vuol dire che sto bene così, anche se non sto bene così.
Questa mia amica mi disse anche che non mi avrebbe permesso di mollare, ma avanti!  Cosa può fare? Può guardare distruggermi chilo dopo chilo, completamente impotente sotto tutti i punti di vista.
Io non voglio farcela, io non voglio guarire, aveva ragione la nutrizionista quando mi chiedeva " vuoi diventare cronica? Purché questa è la strada giusta!"
Forse è semplicemente destino.
Non sono capace di stare bene.
La parte difficile sarà dirlo loro, penso si opporranno fortemente ma alla fine mi lasceranno fare, quante altre ragazze hanno bisogno di aiuto e lo vogliono davvero?
Forse anch'io ne ho bisogno ma non so accettarlo, non so combattere, il pensiero del cibo, del controllo, dei 38 chili è troppo forte.
Non riuscirò a farmi aiutare finché non avrò toccato il fondo, mi conosco troppo bene.
Ho bisogno di arrivare al limite, forse voglio il ricovero.
Forse sarà quello a farmi scattare qualcosa in testa, anche se non credo possa davvero arrivare un momento in cui si possa dire "voglio guarire" e comunque dovrei ammettere di essere malata. 
Ammetterlo davvero. Ammetterlo a me, ai miei genitori, a mia sorella. Ammetterlo.

Arriverà un momento in cui non resisterò più è farò un enorme cavolata, probabilmente comincerò di nuovo a tagliarmi, la voglia c'è e non è quasi più controllabile, i pensieri troppi.
Vorrei spegnerli, vorrei spegnermi.
La psichiatra è preoccupata per questi miei continui sbalzi d'umore tanto da avermi fissato la prossima visita a solo una settimana di distanza al posto delle solite due/tre settimane.
Per la prossima volta vuole che io abbia iniziato a prendere il farmaco. 
Mi rifiuto ma sembra non capire. 
Sento di starla deludendo, di star deludendo tutti loro lì dentro. 
Faccio promesse su promesse: che seguirò il piano, che mi muoverò di meno, che inizierò a prendere il farmaco e poi faccio esattamente l'opposto.
Sono una bugiarda patentata, peccato che con loro le bugie abbiano le gambe ancora più corte. 
La bilancia non mente, la psichiatra sa leggermi in faccia quando mento o non dico qualcosa, l'internista è talmente glaciale che ti riduce al silenzio solo guardandoti.
Non ha proprio senso continuare a essere seguita da loro, anche se so bene che questo equivale alla distruzione più completa perché neanche troppo sotto so di averne una spasmodica necessità di attenzione, bisogno che qualcuno che mi possa capire mi ascolti senza giudicare.
Non so davvero come andrà a finire questa cosa, penso di non avere neanche il coraggio di spiegare loro quello che penso.
Ma quanto ancora può durare questa cosa? 
Io che vado lì ma che sostanzialmente faccio quello che mi pare?( forse perdo peso un po' meno velocemente e quasi non mi taglio)
La riposta credo sia "non molto"
Si stancheranno presto e mi metteranno davanti ad un bivio, non so se aspettare quel momento o parlare ora.
Un mio amico dice che le parole dell'internista ieri "sostanzialmente fai quello che vuoi" siano state una provocazione.
Io credo fossero invece una semplice e sincera affermazione di un dato di fatto.
Qualsiasi cosa io deciderò di fare mi ridurrà comunque allo stato di un animale braccato, sbaglio in ogni caso.

"Sorry! The lifestyle you ordered is currently out of stock"

La frase che forse riassume meglio la situazione di ora, ma a dire la verità credo che manco ci sia uno stile di vita altro da scegliere.
C'è la malattia, c'è la guarigione non esiste una terza cosa.
Quando dico di essere un'inetta intendo anche questo.

Sopra la testiera del mio letto c'è scritto "warrior or worrier?"

Sono la seconda, senza ombra di dubbio.