domenica 14 febbraio 2016

Brividi di stelle


Sabato:
Voci. Frasi in dialetto pronunciate a metà.
Insulti verso il televisore, piedi che sbattono a terra per ogni azione sbagliata.
Manate sul divano.
Qualche frase di incoraggiamento pronunciata a mezza voce.
Un " ecco" per un rigore che puntualmente non arriva.
Sospiri.

Sospiro.
Il sonno preme sulle palpebre, il corpo é scosso da tremori per un freddo che non é solo esterno.

Frasi di incoraggiamento.

Un messaggio su whatsapp, una notifica di facebook.
Il sonno torna a bussare.

Insulti verso il televisore.

La giornata di oggi é stata salata.
Lacrime e sale delle patatine.
É stata fredda ma con il sole.
Un raggio che timidamente ha tentato di insinuarsi nella stretta maglia di nuvole che ho indossato.
Un cappotto di cattivi pensieri.
Una sciarpa stretta troppo attorno al collo di sensi di colpa per un gelato troppo freddo ma troppo calorico.

Insulti verso il televisore.

Posso sentire ancora le tue parole papà.
Le tue occhiate di delusione mamma.
Tagli di una lametta di parole,
di vetri rotti di un bicchiere fatto di progetti infranti.
Sento l'aria che mi sfiora in questa  incertezza che mi si è aperta come una botola sotto i piedi.
Mi ero illusa di essere uscita da quelle acque sporche dell'aquario in cui una qualche entità superiore mi ha confinato.
Ma sono ancora qui, un pesce che non sa nuotare.

Gol all'87 esimo
Offese, urla, poi
silenzio.

Posso sentire il ticchettio del mio orologio, é ora di dormire.
Chiudi gli occhi.
Dimentica...
Spalanco gli occhi, di colpo.
Calcolo.Calcolo.Calcolo.
Ansia!
Quanto peserai domani?
Hai sgarrato!
Quanto desidererei che quando puliscono l'acquario avessi la forza di fare un ultimo balzo.
Senza che se accorgessero.
Che mi lasciassero agonizzate a terra.



" ti facevo più magra"
"dalle foto sembri quasi anoressica"
Pugnalate, una dopo l'altra.
In una specie di vortice insieme a sensi di colpa e vergogna che mi risucchia in ginocchio davanti al water.
Non ci riesco.
Mi sento una fallita.
La gola brucia, la voglia di cenare non c'è.
Mi chiamano, scendo.
Una macina(63), miele(40), tea(0).
Non riesco a smettere di pensarci é tutto troppo.
" con due chili in più stai meglio"
É la ciliegina sulla torta.
Ho passato mesi a convincermi che due chili non si vedessero e invece, evidentemente, si vedono.
Non posso fidarmi, devo fidarmi solo di me stessa.
Niente più pranzi fuori.






Domenica mattina:
Apro gli occhi, non capisco se ci sia vento o stia piovendo.
Il primo pensiero va a lei, la bilancia.
É s. Valentino, troppi brutti pensieri che tornano come un bumerang.
Ma che importa, rilancio il bumerang, sono single.
Faccio colazione, 200 grammi in più che pesano come macigni, mangio tanto, troppo, supero le 400.
Disegno, mi stordisco ascoltando musica, gente che urla tutto quello che tu non sei capace di dire.
Pranzi.
Superi le 500.
Torni a stordirti di musica, piangi e cerchi di resistere all'impulso di farti seriamente male.
Uscire é forse la scelta migliore, significa anche bruciare calorie, anche se sai che non puoi permetterti di cenare.
Quei 200 grammi domani mattina devono essere spariti .
Hai paura dell'abbuffata anche se hai mangiato fino a scoppiare, così alle 18 mangi una mela.
É quasi ora di cena.
Stai programmando di mangiare solo verdure.
Parti bene, due coccole Binduelle poi ti lasci andare.
Ed all'improvviso ti ritrovi con tutta l'anima incrinata di brividi di stelle.
Sensi di colpa che bruciano senza spegnersi.
Un buco nero senza pareti.
Vuoto e pieno che si confondono, ti buttano giù, sempre più giù.
E piangi ancora, al buio.
Da sola.
Ma in fondo lo hai voluto tu, é solo colpa tua e della completa mancanza di autocontrollo.
Ma domani é lunedì, sarai a scuola anche per uno stupido corso.
Sai cosa devi fare, lo hai fatto tante di quelle volte e in modo così impeccabile!
Vecchi pensieri che tornano, provi piacere.
Ti ci nutri, solo il tuo nettare, la tua bevanda divina.

Rumore di specchi rotti.
C'é sangue per terra.
Sembra che la vittima si chiamasse "buoni propositi e piani per il 2016"
Hanno preso il killer, si chiama Francesca.
Sei tu.