lunedì 21 dicembre 2015

In partenza

Controllo la lista, apro l'armadio rabbrividendo per il freddo che c'è dentro( si trova nel sottotetto), piego con cura felponi e magliette.
Ricontrollo la lista, c'è tutto.
Metto tutto in valigia.
Mi siedo a terra, abbraccio la stufetta portatile e cerco di fermare il cervello.
Tento di razionalizzare, di farmi passare la nausea che da stamattina non mi ha lasciato un attimo.
Sento un profumo, mi accorgo che è il mio, non ricordo neppure di essermelo spruzzato stamattina.
Un brivido mi scuote e mi riporta ai pensieri sul Natale.
Ho paura, ansia e paura.
Sarà triste, sarà pieno di grasso.
Io non voglio viverlo.
Io non posso.
Mi manca l'aria.
Mi sento in gabbia.
Mi sento come una di quelle oche che vengono utilizzate per fare il fois gras( si scrive così?) ingozzata a forza per diventare grassa e rendere gli altri più sereni.
Mi uccidono in un altro modo, ma io non ho intenzione di essere un" oca, di farmi mettere i piedi in testa.
A Natale, poi é tutto a base di carne/ pesce soprattutto al sud.
Io sono vegetariana, eviterò la metà delle cose.
Ma non basta, non é abbastanza.
Io non sono abbastanza.
Non abbastanza magra per mangiare e rimanere a questi schifosi 44 chili.
Non abbastanza forte per dire di no ai mostaccioli sapendo che se ne prendo uno scatterà immediatamente l'abbufata.
Non abbastanza determinata per fingere un sorriso.
Non abbastanza forte da combattere quest'ansia e tutto quello che si porta dietro.


Domani sera quando arriveremo a Napoli ci aspetterá una pizza e nei giorni seguenti oltre già allla quintalata di cibo che  mangeremo perché" é tradizione" ci aspetterà anche tipico steet food napoletano " perché G. deve assaggiare i sapori di questa terra"

Io sono TERRORIZZATA.
Non voglio partire.
Non voglio fare nulla.
Voglio rimanere al sicuro nel mio letto sotto le coperte per due settimane.

Però voglio respirare Napoli, farmela entrare sotto la pelle più di quanto già non l'abbia.
Respirare il dialetto, il profumo, il traffico.
Visitare s. Gregorio Armeno con i suoi presepi, il museo nazionale, i tribunali, il mercato, S. Martino, Spaccanapoli, il Cristo velato...
Riempirmi il cuore e l'anima di qualcosa di diverso dalla monotonia.
Non pensare ai partenti e ai problemi che si portano dietro, problemi che faranno puntualmente cadere a cascata mentre saremo tutti riuniti a tavola.

Natale non ha più alcun significato per me.
Una volta significava gioia, famiglia.
Ora significa cibo, grasso, problemi e tristezza.

"A natale non siamo tutti più buoni, siamo solo più grassi" quanto é vero.



 Non mi va di partire.
Ho paura di dimenticare come si respira.
Non voglio vivere in apnea.

martedì 15 dicembre 2015

Flusso.

Vi accennavo nello scorso post dell'ansia derivata dal dover andare dalla mia ex psicologa per portarle gli auguri di Natale e il regalo che mia madre aveva deciso di farle, ebbene si può dire che non é andata poi tanto male.

Dopo avermi fatto entrare in studio e comunicato che avrei dovuto aspettare un ora, sono andata a farmi un giro nel piccolo centro vicino allo studio perdendomi tra gli scaffali di Feltrinelli e miriadi di pensieri, ansie, preoccupazioni.

Quando sono arrivate le quattro ritorno in studio e mi fa entrare.
Parliamo del più e del meno, a un certo punto mi guarda e mi dice che mi trova davvero benissimo, sentimenti contrastanti mi hanno preso in quel preciso momento.
Perché, no, le cose non vanno così bene. Sono brava a fingere più di quanto credessi fosse possibile.

Mi ha poi chiesto se mi tagliassi ancora. Le ho risposto che l'ho detto a mia madre e che é ricapitato solo una volta, mentendo spudoratamente ma per fortuna non ha indagato oltre.

Mi ha poi offerto in rapida successione delle caramelle e la torta che aveva fatto.
Ho preso una caramella e l'ho messa in borsa, la torta invece l'ho rifiutata più di una volta ( devo dire iniziando a innervosirmi a un certo punto poiché me lo ha chiesto 4 volte)ok che sono una persona indecisa ma se dico che la torta non la voglio, non la voglio.
Non mangerò costretta un' altra volta davanti a te mentre tu mi guardi quasi ridendo, minimizzando il tutto, dopo che sono scoppiata in lacrime, davanti a te, dicendo che sono affamata senza riuscire a mangiare( esperienza successa lo scorso anno) ma ricattandomi dicendo che se non avessi ripreso a mangiare avresti detto ai miei che mi tagliavo.

Eh no, non ci sto, non di nuovo.
Mentre stiamo uscendo dallo studio mi chiedi se sto mangiando.
Non  ascolti nemmeno la mia risposta, ma chissene frega tanto non ci vedremo più.


Tornando a noi mentirei se dicessi che le cose stanno andando bene.
Perché non è vero, tutto va a rotoli.
A scuola le interrogazioni si susseguono insieme ai brutti voti, questa settimana che sta iniziando e quella passata sono state, ed é, piena di 2 verifiche al giorno in media.
Chiacchiero con la mia compagna di banco ma senza fare dei veri discorsi, certe volte sembra che mi guardi con pena.
Oggi le ho detto che finalmente ( finalmente non sapete che bello finalmente essere certi!) ho scelto cosa voglio fare all'università (Dietistica) il caso ha voluto che la ragazza dietro di me sentisse tutto e iniziassimo una discussione sul mio peso ancora.
Mi dice che sono troppo magra quando lei pesa meno di me! ( non sapete che invidia dal momento che mangia tantissimo e non mette su un grammo)
La discussione é andata avanti mi hanno detto che se tornassi a 46 starei bene, quando a 46 mia madre compresa affermava che avessi qualche chilo di troppo.
Io a 46 non ci torno. Punto.
Alla fine le ho liquidate molto velocemente, non mi andava di essere scortese ma cavolo! Non possono parlare di qualcosa d'altro, non si possono concentrare su qualcosa di diverso da me?!
Io non ne posso più.
Aprirmi con questa ragazza sarebbe inutile. Otterrei soltanto che mi stesse con il fiato sul collo che é veramente quello che ci manca.
Qui bisogna dimagrire, altro che mettere su qualche chilo!

Domani ho due verifiche ma non sono riuscita a studiare manco per mezza.
Ho fatto lezione di matematica e non ho avuto la forza di fare nient'altro.
Non ho la forza di arrabbiarmi con me stessa ma poi la notte non dormo per ansia.
Qualcuno mi spieghi il nesso.

Dopo l'episodio di stamattina sono stata intrattabile tutto il giorno, stasera mi sono messa a litigare con mia madre per una cavolata e sono andata a mangiare in camera, maledetta fame, era l'occasione perfetta per non mangiare e invece ho avuto il coraggio di tornare giú e prendere anche una pera.

Non mi interessa davvero nulla, Natale si sta avvicinando e io ho questi 44 chili addosso da troppo tempo.
Quattro che pesano come macigni, non riesco a liberarmene in nessun modo e questo mi manda fuori di testa completamente.

Da ieri ho iniziato a programmare, senza troppe rigidità, quello che mangio.
Ieri non è andata alla grande, oggi é andata un po' meglio.
Non posso superare le 900 e se a pranzo c'è la pasta, non importa, significa restringere sul resto.
Ho paura per l'abbuffata che potrebbe arrivare da un momento all'altro, é da un po' che non succede, ho davvero tanta paura.
Si torna alle vecchie abitudini nella speranza di arrivare a natale con meno ansie e qualcosa in meno pure sulla bilancia.
Per ora l'obbiettivo é tornare a 42.( e tornare dalle vacanze al massimo con 44 chili per quanto odi questo numero é il male minore)

Vi lascio con il diario di oggi( penso che lo scriverò qui perché mia madre per ora mi sta lasciando vivere ma già la posso sentire mentre  controlla ovunque)
Un bacino a tutte ❤

Colazione(300)
Tea senza zucchero
Dolcetto
Pranzo(300)
Noodle
Banana

Spuntino(54)
Quadratino di cioccolato

Cena(250)
Carote
Pomodori
Salsa di soia
Tofu alla piastra
Pera

Tot--> 905






*scusate la forma pessima ho scritto tutto di getto , se mi fossi messa a correggere avrei cancellato tutto
Prometto che scrivo un'altro post decente prima di Natale.*

venerdì 4 dicembre 2015

Promesse sotto l'albero

Mancano 20 giorni a Natale, e l' ansia per quanto mi ostini a negarla, c'è.
Sono terrorizzata da quel periodo.
Ieri sera tutta la serie di implosioni sono diventate esplosioni, dopo una stupidissima litigata( la goccia che ha fatto traboccare il vaso), mi sono chiusa in camera e ho iniziato a piangere senza un motivo, senza sosta, arrabbiata e spaventata, debole. Ma il dolore, per che cosa poi, non accennava a calmarsi, mi sono addormentata sfinita, con il bruciore dei tagli che mi sono procurata nel vano tentativo di stare meglio.
É inutile, lo so, ma non sono stata capace di fermarmi, di negarmi quella illusoria calma momentanea.
Stamattina mi sono svegliata con tanta voglia di piangere e di farmi ancora del male.

Il pensiero di ridurmi malissimo non mi abbandona negli ultimi due giorni, incapace di dire ancora"no" lo sto assecondando, accecata dal " non abbastanza" che mi sento ripetere di continuo, un " non abbastanza" che grava come un peso morto. Dalla paura di non farcela, di fallire. Per essere così debole da non riuscire a fare coming out una volta per tutte. Per la rabbia per questa fame mostruosa che non mi molla un secondo e per il mio non saperle resistere.
Per questo 44 che non si schioda di un etto nonostante i digiuni.

Mi sento così inutile, persa.

L'altro giorno l'insegnante di italiano e latino ha incontrato mio padre, gli ha chiesto se ho degli amici.
Questa frase mi ricorda tanto l'anno scorso, la terra bruciata che mi ero creata attorno perché nessuno mi poteva, e mi può tuttora, capire.
Sono stata sempre bene da sola, ma sapendo di avere degli amici accanto, adesso ho bisogno disperatamente di qualcuno che io possa definire " amico" perché se ne sono andati via tutti quanti.
Vorrei che qualcuno a me, tenesse davvero.
Non chiedo appezzamento, chiedo vicinanza e un po' di calore umano perché mi sento dannatamente sola in un inverno troppo freddo per una persona  sola.


Tra una settimana devo andare a fare gli auguri di Natale alla mia ex psicologa, se mi dovesse chiedere dei tagli non saprei che pesci prendere, potrei sempre inventare di essermi bruciata con il forno.
Lei é rimasta al " ho smesso( falso), i miei lo sanno( vero), da allora non é più capitato( falso)"
Spero solo che se dovessi raccontarle la verità, prendendo in considerazione che sono maggiorenne e che é stato un incidente, si astenga da fare la spia con i miei.
Non potrei perdonarglielo per quanto lei abbia fatto di buono, non potrei perdonarglielo,  mi ha fatto anche tanto male, poi mi chiedono perché io non mi fidi delle persone.
Sempre pronte a pugnalarti alla spalle.
Ti chiedono fiducia in cambio della loro ma quella che rimane fottuta sei sempre e solo tu