mercoledì 30 luglio 2014

Aria di settembre..

Stamattina mi sono svegliata e c'era una strana atmosfera nell'aria.
Pioveva.
Quando sono entrata in cucina e ho aperto il balcone mi sono accorta di come mi sembrasse settembre.
Stamattina c'è aria di settembre.
E mi sono accorta di come desiderassi fosse così.
Settembre significa concentrarsi su tante cose, in primis lo studio.
Significa distrarsi da tutto il resto.
A partire dalla colazione ad arrivare agli spuntini
Settembre significa scuse e pretesti.
E soprattutto significa stare fuori casa.
Stare in casa da sola mi spaventa soprattutto nei giorni in cui mi sento sola, dove cerco di riempire tutto mangiando.
Eppure stare da sola mi è sempre piaciuto.
E ho sempre odiato mangiare.
Le due cose non vanno d'accordo.
Per niente.
E allora perchè succede?
Non penso ci sia una risposta a questo interrogativo.
Sto così perchè ho sempre amato pormi domande impossibili.
Troverò una risposta( anche fantasiosa) a questo.
Ma devo trovare una risposta.

Un  abbraccio

-A


mercoledì 23 luglio 2014

Dove sono?

Spesso me lo sono chiesta.

Dove sono?
Dove sono finita?

Parlo spesso di "quella cosa", "il subconscio", "la vocina", "lei", "il mio lato oscuro" (a seconda dei casi)
e più lo faccio più mi rendo conto che non credo affatto in "quella"
Cioè io nego.
Semplicemente perchè non c'è nessun altro all'infuori di me.
Nessun altro che prende le decisioni che prendo e mi fa fare quello che faccio.

E allora perchè sto così?

E vi assicuro che la maggior parte delle volte( se non sempre) dico e rispondo a chiunque me lo domandi, che mi trovo in piena adolescenza dove il conflitto con il proprio corpo, la propria immagine, e perchè no? anche questi continui sbalzi di umore, dipendano dal carattere.

Ma sono tutti pazzi o c'è del vero in quello che dicono?

(Sono le 21.39 perciò non rischio di scrivere le cavolate che mi vengono sempre di notte.)
Io non credo ci sia del vero
La gente si preoccupa troppo, quando invece non ci sarebbe nulla di cui preocuparsi.
Mi vedono nervosa e danno la colpa ad Andrea
(spiegatemi il motivo)
quando non possono neppure lontanamente avvicinarsi al perchè (secondo loro) sia diventata intarttabile e ogni risposta che do sia un attacco più che una risposta.
Lo potrebbero fare eccome, e invece non si sforzano di comprendere, troppo impegnati a mantenere l'apparenza, la facciata a dirmi quello che devo o non devo fare, troppo impegnati a riprendermi e a sapermi dire solo parole della serie "sei dimagrita" "non hai mangiato nulla, vedi di non sbattere a terra" " gli occhiali sono enormi perchè sei dimagrita"

"Dimagrita":
parola costante, ogni giorno, ogni secondo.

E poi vi chiedete perchè rispondo male!
Siate almeno originali nelle domande
(E nel caso ve lo siate dimenticati)se non volete fare complimenti( per carità non pretendo così tanto) parlatemi di quello che avete fatto al lavoro, fuori casa e (perfavore, vi supplico) smettete di pensare a me, a quanto sia dimagrita, non vi proccupate che ci penso già da sola

Vi abbraccio

-A

Courage, it's get better

L'altra sera accennavo a una cena fuori.
A quanto ne fossi spaventata.
Mi sono dovuta ricredere.
Non sono stata obbligata a mangiar nulla (dietro scuse borbottate) rivedere una cara amica dopo così tanto tempo è stato davvero un esperienza bellissima.
Durante la serata ho dimenticato e dico dimenticato bilance, conteggi di calorie e tutta la solita banda che mi accompagna.
Non ci credo ancora.
Una ragazza mi ha scritto di "violentarmi" nel senso di sforzarmi di uscire, di provare a reagire insomma, e dopo questa esperienza che ne è la conferma la ringrazio di cuore.
Avevi ragione!

Oggi è risuccessa più o meno la stessa cosa.
Mi sono svegliata piuttosto tardi ( cosa da segnarsi sul calendario!!!)e dopo pochi secondi mi è arrivato un messaggio che mi invitava a uscire.
Ho accettato( non chiedetemi come, vi dico solo che ieri ho ricevuto lo stesso invito da Andrea e ho rifiutato) ed è stata una bella mattinata. 
Stancante ma bella.
Il pomeriggio poi sono uscita con Andrea( nel frattempo ho cambiato ideea, il che non è per nulla una novità)

Parlo spesso di Andrea e molti di voi penso si chiedano chi sia.
E' la persona con cui sto, l'unica che sia passata dal ripetermi le stesse frasi di tutte riguardo al cibo al (seppure continuando a essere proccupata) al cercare di capirmi, dall'ascoltarmi, e non forzarmi  soprattutto.

Quello che posso dire in conclusione  è:
Uscite e ancora uscite!
anche se non ne avete voglia, se avreste voglia di stare spalmate sul letto senza aver la forza di far nulla.
Provateci.
Lo so che non è facile, credetemi.
Anche se non vi conosco vi abbraccio tutte, una per una.
(e da buona patita i Glee) vi dico
Courage <3

-A



lunedì 21 luglio 2014

Quella vocina.
Io e quello che posso definire il mio " dark side"
Un lato di me che non so se mi dispaccia o meno.
Sono sincera quando dico che non ne ho la minima idea.
La assecondo, sto male.
Non la assecondo, é l'inizio della fine.
Sensi di colpa amplificati, senso di malessere generale raddoppiato.
Lei"   ringhia ed io non riesco a far altro che assecondarla.
Ancora e ancora.
Ho provato a reagire ma quello che dicevo riguardo allo stato in cui mi ritrovo dopo quelle "battaglie" spiega bene il motivo per la quale ho smesso di lottate.
Ammetto che sotto sotto é sbagliato.
Forse.
stasera siamo mangiare a casa di amici e il mio subconscio é già partito all'attacco.
" non mangiare"
"piangi"
" non mostrarti debole"
E secondo voi cosa sto facendo?
Io la sto assecondando

stupida stupida stupida

Spero un giorno di capirci qualcosa
Di mettere ordine finalmente.

Vi abbraccio

-A

80 grammi di pasta.
Circa sensi di colpa a morire.
Quando ho scelto questo?
Anzi, ho scelto io questo?
O tutto è piombato all'improvviso e me sono accorta solo ora, quando è troppo tardi per tornare indietro?
Ma voglio davvero tornare indietro?
Non ne sono così sicura.

Ieri si è parlato di andare a un consultorio, di parlarne con qualcuno e stanotte, lo ammetto, ho desiderato andarci davvero
Sono stanca di tutto questo.

"Il mio diciassettesimo compleanno doveva essere un bel giorno. Ma a diciassette anni non si è affidabili...mi faccio pena e ribrezzo" 


Pena e ribrezzo per non sapere dire di no, o di si.
(dipende dai casi )
Dall'essere capace così poco di decidere per me stessa, lasciandomi invece trasportare dai sensi di colpa in qualche strano posto che potrei definire come un oblio.

Spesso mi chiedo dove sia finita.
Mai stata allegra o spensierata, ma caduta così in basso mai.

Vi abbraccio

-A
h 5.22

Mamma son caduta
Mamma fammi uscire di qui
Mamma non ce la faccio più
Mamma sono affamata senza avere fame
Dimmi che c'è una soluzione a tutto questo
Ho paura di stare sola,
paura di quello (che so) potrei fare
Qualcuno mi venga a salvare.

E' ufficiale,
Quel libro* non lo finirò di leggere
Non ce la faccio
Voglio speranza
e invece leggo solo di quello che sono che potrei diventare e che potrei fare
Ho paura? si
Ma al contempo ho paura di lottare
Troppo difficile
Vorrei andare al consultorio,
vorrei andarci ora prima che cambi ideea
prima che qualcun altro torni a decidere per me.
Voglio uscire con Andrea
Voglio sfogarmi
Non voglio mangiare
Voglio tanto, troppo.
Ho fame di affetto
di coccole
di abbracci
Non voglio sentirmi più ripetere quelle frasi,
mi fanno solo male.
Voglio essere aiutata
Odio sentirmi così debole,
non riuscire a dormire
Passare le giornate a letto perchè alzarsi è troppo difficile.
Pensavo che avrei retto, che ascoltando quella vocina, sarei stata bene
E ora in questo momento di debolezza mi accorgo di come non sia affatto così
Riesco solo a piangere.


h 9.13

Alle sei mi sono svegliata di soprassalto con l'unico pensiero della colazione,
Per fortuna, poco dopo, il sonno ha avuto la meglio e sono riuscita a dormire altre due ore.
Stesso violento risveglio.

Come è strano che in tre ore sia passata dal pensare a una cosa, a quella totalmente opposta.
Odio la notte.
Mi mette a nudo.
Scopre i miei fantasmi.
E la mattina dopo?
Quasi stento a riconoscere le mie stesse parole

Non capisco più nulla

Vi abbraccio

-A





3.38 di una calda serata.
Piove.
Rumore di pioggia sul vetro.

Mi domando cosa ci faccio qui.
Qui a scrivere un blog di cose che penso, per la quali addirittura litigo.
Mi domando se le penso davvero.

Ieri è stato il mio compleanno.
Brutta giornata già da colazione.
E per cosa?
Per colpa di uno stupido pancake.
Sensi di colpa e pianti a non finire.

Il pomeriggio dovevo uscire con Andrea, fino all'ultimo ho cercato di evitare, poi alla fine siamo uscite comunque.
Che sia stato un bel pomeriggio non lo posso dire.
Non ho fatto che piangere
Sono stata debole.
Tra i  suoi regali di compleanno c'era il libro di Justine...
Se uno ti fa un regalo del genere di cosa vorrà parlare?
Ma certo!! 
Del tuo rapporto con il cibo.
Mi sembra giusto!!
E naturalmente dirti (o quasi) le stesse cose che ti dicono tutti.
E magari aggiungere che Justine ed io in fondo abbiamo lo stesso serpente dentro.

Questo è quello che non sopporto.
Quello di paragonare Justine( o qualsiasi persona davvero malata) con me!

Avanti!!
Quale adolescente non si vede grasso?
Quale adolescente non è in rapporto conflittuale con il cibo?
Io non sto cadendo
Non lo farò, ricordi Andrea la promessa?
Io non cado.
Spero

Vi abbraccio

-A
I sensi di colpa.
Quelle 3 bruttissime parole.
Come si fa ad essere dipendenti da una colpa, dal sapere di aver fatto qualcosa di sbagliato?
Io non so quando siano iniziati, so solo che giorno dopo giorno questi facevano(e fanno tutt'ora) capolino quasi dopo ogni pasto.
Mal di testa, vago senso di nausea, stanchezza e giramenti di testa.
E tutto il tuo castello crolla.
E tu, sua regina, con lui,
Piangere non basta più.
Forse è addirittura peggio.
Finisci di piangere e il mal di testa parte all'attacco.
Dormi per dimenticare.
Ti svegli, ed è già ora di cena.
Parte il panico.
Stasera che mi invento?
Non ho fame?
Ho mal di pancia?
Ho fatto merenda tardi?
Tutte scuse gia utilizzate e riutilizzate.
Cosa si fa?
Litigare? Non ne ho voglia
Allora mangi qualcosa e ti senti di nuovo in colpa,allora ti inventi una scusa e te ne vai in camera.
Scoppi a piangere, di nuovo.
Poi, dalla stanchezza, ti addormenti.
Non hanno fatto in tempo ad arrivare le due che sei già sveglia.
E ora?
Conti i secondi prima che un ondata di brutti pensieri e conteggi di calorie ti invada.
Alle quattro, forse, riesci a riaddormentarti.
Alle sei ti svegli di nuovo.
E' già partita l'ansia su ciò che mangerai.


Io e i sensi di colpa.
Io e la mia vita fatta oramai di conteggi, dormite per cercare di dimenticare e ancora pensieri sul cibo.

Sono stanca di tutto questo?
Probabilmente si.

Ma non riesco a evadere da questa prigione dorata.
Da quella vocina che non riesco a smettere di ascoltare.

Ma alla fine, se sono ancora qui, significa che sto bene così.
Non trovate?

Sinceramente, io, ci capisco sempre meno.

Vi abbraccio.

-A


domenica 20 luglio 2014

Mi chiamo A.
Le altre due "A" del nome utente le lascio spiegare a voi.
Io vi dico che sono, o meglio, ero autolesionista e che ho qualche difficoltà con il cibo.

Su di me non c'è molto ancora da sapere.
Sono nata in piena estate in un ospedale del quale non so neppure il nome, abbandonata alla nascita a adottata tre anni più tardi.
Non c'è molto altro da aggiungere sugli anni del nido e della scuola materna se non he da li sono partiti gli atti di bullismo che mi hanno sempre accompagnata.
Sino a oggi.
Alle elementari la parte bullismo è peggiorata, non criticavano più l'aspetto fisico( considerando che ero un maschiaccio, sempre in tuta con i capelli corti e in sovrappeso e che odiavo il rosa) ma anche il mio carattere e il mio rimanere sempre indietro, di essere sempre l'ultima.
E così sono passate le elementari e le medie dove tutto, soprattutto a livello di bullismo, è andato giù a picco.
In seconda media ho iniziato a tagliarmi per cercare di scappare da quelle emozion iche mi esplodevano dentro e che non riuscivo a sfogare.
Con questo è intrapreso anche un altro obbiettivo: quello di dimagrire.
Per un po' è durata e riuscivo ad accettare il mio peso( che era addirittura superiore a quello di adesso poi in prima superiore, tutto è precipitata di nuovo.
Le difficoltà scolastiche soprattutto "grazie" all'introduzione del latino si sino fatte evidentissime ma tutto veniva ricollegato alla faccenda che, secondo loro, studiassi troppo poco.
La parentesi "difficoltà scolastiche" si è chiusa con la scoperta che sono dislessica e non stupida o lazzarona come in quegli anni mi era stato portata  a credere.
E benchè quella diagnosi sia stata cercata per anni ancora non la accetto.
Purtroppo.


Ho una teoria secondo la quale, quando nasciamo, scegliamo qualcosa su cui sfogare, e non mi riferisco solo al se ci verrà mal di testa o mal di pancia, mi riferisco a qualcosa di un po' più profondo.
in situazioni di stress ognuno di noi reagisce in un modo: chi mangiando, chi non mangiando.
Io non mangio.
Non l'ho mai fatto.
E aver avuto alcuni ostacolo, che per carità! non sono neppure così grandi, una sorella perfetta in tutto... penso siano stati ,sin da piccolissima, i fattori scatananti dei miei digiuni.
Forse era maglio che mi venisse solo mal di testa.
Decisamente.



Quello che ormai mi sento più dire é:

"mangia che tu te lo puoi permettere"
"sei magra"

Senza sapere quanto quelle frasi mi facciano saltare i nervi.
Prescriverei visite oculistiche a un bel po' di persone che EVIDENTEMENTE non ci vedono e altrettante visite non so bene a quale posto a quelle che mi dicono che "dovresti parlarne con qualcuno" "sei malata".

Per cosa poi?
Per farmi ripetere frasi, palesemente false, che so a memoria?!
E ancora. Quelle che di dicono " ti preferivo prima"
Fatevelo dire, avete gusti strani.
Voi davvero mi volete dire che preferivate la balena ancora più balena che ero?
Io non li capisco.
Davvero.


Vi abbraccio.
-A